S.X.S.I.C – Kid Yugi: testo e significato canzone
Testo e significato di “S.X.S.I.C” di Kid Yugi
La canzone “S.X.S.I.C” di Kid Yugi, parte dell’album “Tutti I Nomi del Diavolo”, si distingue per la sua intensa introspezione e per il profondo messaggio emotivo che porta con sé. Questo brano non è solo un genere di musica rap, ma si trasforma in un vero e proprio viaggio emotivo nel mondo interiore dell’artista. Attraverso il suo testo, Kid Yugi riesce a mettere in luce le sfide che affronta quotidianamente, e allo stesso tempo riesce a connettersi con esperienze universali che molti ascoltatori possono riconoscere.
Il titolo “S.X.S.I.C” può già dare un’anteprima di un contenuto denso e complesso. Le lettere stesse possono evocare emozioni contrastanti, e il significato che si esprime attraverso il brano è caratterizzato da una tensione tra il dolore e la speranza. Kid Yugi affronta questioni personali in modo diretto, parlando di vulnerabilità e di lotte interiori che spesso vengono taciute dalla società. La bravura dell’artista sta nel saper trasformare queste sfide in un linguaggio potente e diretto che colpisce chi ascolta.
In particolare, il testo di “S.X.S.I.C” risuona con una forza inquietante e poetica. Ogni verso è carico di sentimenti di smarrimento, ma anche di resilienza. Le immagini evocative utilizzate dall’artista riescono a catturare il dolore, ma allo stesso tempo suggeriscono un forte desiderio di rinascita. Queste tematiche colpiscono per la loro universalità: nessuno è immune da momenti di crisi e incertezze, e Kid Yugi riesce a parlare a tutti, trasformando la sua personale lotta in un messaggio di speranza.
Ayo riconosci il suono?
Gli anni passano ma in questa nazione non cambia mai un czzo Bassi sul beat, legacy sht
Yugi, let’s go
È una vita che la gente parla a vuoto, gratuitamente
Non fa mai niente
Certa gente dovrebbe andarsene a fanc*lo
Succhiamelo ancora, succhialo per sempre
Tanto mi hai già visto su esse
Che facevo un tiro enorme insieme a un altro rapper
O era un dj?
Cambia un czzo, tanto tutto intorno ho gente fake Anche al vero artista gli si stringe il clo
Perché sa che, se non piacе ai tiktoker, domani ha chiuso
Italia patria della musica senz’anima
Dovе chi ha gli autori vince i premi della critica
Schiavo dell’industria un c*zzo, io sono una leggenda
Un milione quest’anno e sembro ancora un punkabbestia
Non è roba di protesta, il mio rap è una molestia
Guadagno assai di più del presidente di Universal
Se foste nati dove sono nato io
Non avreste fatto un euro, quindi parlate di meno
Sto coperto da Adriatico a Tirreno
Droga dentro il c*lo di un cileno, sembra un tacchino ripieno
Questo pop un po’ rappato per Sanremo
Non funziona mai, nemmeno in sottofondo mentre te lo meno
Se per sbaglio parte Amici mentre ceno
Metto nella Coca zero almeno un litro di veleno
E in top 50 cosa abbiamo adesso?
A*, Al e ****, mi sento depresso
Tutto il mio disrispetto, ma il vostro non è rap
Non è hip hop e suona pure vecchio
Poi c’è il furbino sotto i post, che è un incel di trent’anni
Che è amico di un PR, ha detto: “Il disco è un flop”
Giovane, ricco, pericoloso come Kris Kross
Ma se finisco come voi, voglio l’elettroshock
Potete andarvene a morire per quanto mi riguarda
Mi sono liberato il 25 aprile
Se ti senti preso in causa, questa è un’altra storia
Succhiatecelo ancora, ancora, ancora e ancora
Se ascolti questo pezzo con il tuo ragazzo
Succhiateci per sempre il czzo Se quando fai le rime copi il nostro andazzo Succhiateci per sempre il czzo
Nella musica italiana mette in imbarazzo
Succhiateci per sempre il czzo “Ma cosa cazo ascoltano nel tuo palazzo, B?”
Succhiateci per sempre il c*zzo
Succhiatemelo bene, succhiatemi la ciola
Spero che ‘sta scena ingoia perché sto arrivando in gola
Ubriaco all’Arena di Verona, mando un bacio a nonna
Fotti me, ti chiudono il cancello, il portone e la porta
Sai che c’è? Se finisco le barre, mi vesto da donna
Mi metto la gonna, i tacchi a spillo e la borsa
Come ogni mio collega che ormai non funziona
Che se non fai il personaggio, cambia la sua persona
Puttane, io col cazzo che cambio
A TA sono la guerra, a Bari un bombone perchiato
E, se parliamo di rap italiano, ce ne sono dieci più cattivi
Venti più belli e manco uno più bravo
Ed è chiaro che con me non scherzi
Stavamo nelle grotte, sotto il pontos a chiudere i pezzi
Dite “mafia” dentro i pezzi, pagherete il pizzo, io riderò di gusto
Succhiami la pizza se vuoi fare qualcosa di giusto
Se ascolti questo pezzo con il tuo ragazzo
Succhiateci per sempre il czzo Se quando fai le rime copi il nostro andazzo Succhiateci per sempre il czzo
Nella musica italiana mette in imbarazzo
Succhiateci per sempre il czzo “Ma cosa cazo ascoltano nel tuo palazzo, B?”
Succhiateci per sempre il c*zzo
Inoltre, la canzone si presenta come un grido di resistenza. Kid Yugi non si limita a esprimere il proprio dolore; invita anche gli ascoltatori a riconoscere la forza che si può trovare nel superare le avversità. Attraverso il suo flusso di parole e la sua intonazione, riesce a infondere una sensazione di energia e determinazione. È un messaggio potente: anche quando sembra che tutto sia perduto, è possibile trovare dentro di sé la forza per avanzare.
L’album “Tutti I Nomi del Diavolo” rappresenta un’importante evoluzione nella carriera di Kid Yugi, e il brano “S.X.S.I.C” emerge come uno dei punti focali di questo progetto. non è solo un pezzo di musica, ma un manifesto di esperienze umane profonde, che offre una piattaforma per l’espressione di emozioni complesse. In questo contesto, ogni ascoltatore potrebbe trovare un riflesso di sé stesso, un frammento della propria storia attraverso le parole di Kid Yugi. La sua capacità di tradurre la lotta e la vittoria in musica rende “S.X.S.I.C” un brano imperdibile per chiunque desideri esplorare la bellezza e la pesantezza dell’esistenza umana.